La fase della ricerca è indubbiamente di fondamentale importanza per la
creazione e il continuo arricchimento del presepe di radici; Fermo,
infatti, non si considera assolutamente il creatore del presepe, ma
semplicemente il raccoglitore di ciò che la natura ha già creato.
Fermo afferma: "Un visitatore ha definito il mio presepe «luogo sacro, depositario di tutti i segreti della natura col suo
progressivo disfarsi e rinnovarsi». Infatti io sono affascinato
dalla natura, trascorro buona parte del mio tempo libero nel bosco; lì,
da solo, davanti alle numerose sporgenze e rientranze di una ceppaia,
magari in parte modellate dal tempo e dagli eventi atmosferici, ne studio
le parti atte a creare nuovi soggetti che arricchiscano il mio
presepe".
Le
essenze utilizzate per la creazione del presepe sono diverse: le radici
del carpino, tormentate, nodose e contorte, sono ideali per personaggi e
animali affaticati; quelle del faggio si prestano particolarmente per
incarnare i componenti della Sacra Famiglia. Le radici di edera, che si
presentano molto chiare già dopo una prima sommaria pulizia, sono
utilizzate per la creazione di ponti e staccionate; il pozzo è ottenuto
da un tronco svuotato di sambuco. Altre radici cui Fermo ricorre sono
quelle di quercia, di robinia, di frassino e di glicine.